
John Wick (2014)
Questo spoiler non riguarda unicamente il primo film della saga di John Wick, e neppure riguarda solo la saga di John Wick, ma riguarda tutte quelle saghe che forse avrebbero beneficiato dall’essersi fermate al primo film.
Il nocciolo della storia è molto semplice: un gruppo di malavitosi attacca John Wick senza essere provocati e senza sapere chi egli sia. Se ciò non bastasse, gli rubano l’automobile e gli ammazzano il cane, ultimo contatto con la moglie da poco morta. Da questo momento parte la vendetta spietata di John Wick.
Il film funziona perché come John Wick, anche noi a nostro modo abbiamo subito torti immeritati. C’era il tizio che ci ha superato in fila al supermercato, quello che ci ha tagliato la strada o che ci ha soffiato il parcheggio sebbene avessimo la freccia accesa e stessimo aspettando che l’altra macchina facesse manovra. Non abbiamo subito torti dello stesso livello, ma hanno comunque bruciato allo stesso modo, e in quel momento abbiamo realizzato di avere le mani legate.
Il film è pura azione, molto violento in certe scene e incredibilmente coreografico in tutte le altre. È poco credibile: quando il poliziotto di quartiere suona alla porta di John Wick dopo che lui ha sterminato da solo uno squadrone venuto per ucciderlo, noi restiamo col fiato sospeso. Ucciderà anche lui? L’agente si sporge da un lato e vede un cadavere nel bel mezzo del corridoio, e a quel punto sappiamo che il poliziotto è un uomo morto. Invece, l’unica cosa che fa è chiedere a John Wick se è tornato a lavorare. Noi non conosciamo quasi nulla del protagonista, ed è possibile che lui e il poliziotto siano amici di lunga data, oppure che il poliziotto sia corrotto. Non lo sappiamo e non ci importa davvero, perché questi intermezzi al limite del comico alleggeriscono la violenza e ci permettono di riprendere il fiato.
Le vere stranezze cominciano ad arrivare dopo, in crescendo. Scopriamo che esiste una ditta per lo smaltimento dei corpi che viene ingaggiata prenotando un tavolo per tanti invitati quanti sono i cadaveri. Poi scopriamo che esiste un hotel, a New York, nel quale pernottano i sicari come John Wick. Certo, non è l’unico sicario in circolazione, dovevamo immaginarlo. Avendo una clientela particolare, anche l’hotel ha regole particolari. Ci sta. E ci sta perché tutto questo alleggerisce il clima e allo stesso tempo rientra nei limiti fantasiosi delle vendette personali. “Sarebbe bello se dietro la curva ci fosse una pattuglia della polizia per fermare lo stronzo che mi ha tagliato la strada.”
Il problema arriva quando si vuole fare il seguito di un film che poteva essere auto-conclusivo. Il film è un action e action dovrà essere anche il seguito, e il tenore della storia deve essere in crescendo, quindi bisogna avere una storia ancora più forte. Così, nel secondo capitolo scopriamo che per uscire dal giro John Wick aveva chiesto aiuto a un malavitoso italiano, col quale aveva stretto un patto di sangue che il malavitoso è venuto a riscuotere. John Wick, scopriamo, non può rifiutarsi perché è contro la tradizione e se lo farà sarà punito. E poi scopriamo che a Roma, dove andrà John Wick, esiste un hotel come quello del primo film, dove il sommelier vende armi e i sarti cuciono vestiti antiproiettile. E quando il malavitoso fa il doppio gioco e mette una taglia su John Wick, mezza Roma risponde all’invito. Assassini ovunque, tutti con lo stesso telefono sul quale ricevono l’avviso della taglia. Non parliamo neppure del terzo capitolo.
Quando si lavora in crescendo il rischio è sempre questo. Un esempio è Lost, che stagione dopo stagione ha dovuto complicare la trama e la situazione per far sì che i misteri fossero più avvicenti di quelli già visti. Un altro è Matrix, che parte da un’intuizione molto semplice per poi costruirvi attorno l’impalcatura necessaria a calare quel nocciolo in una storia. Nessuno è andato a vedere il secondo o il terzo capitolo di John Wick perché attratto dalle impalcature del primo film.
Azione e fantascienza sono due tra i generi più snobbati dai cinefili. Molto spesso è puzza sotto il naso, ma a volte è una diffidenza più che legittima nei confronti di film che tradiscono il nocciolo che li ha resi famosi. Si guarda un sequel perché si spera di ritrovare quel nocciolo, e quando questo non è replicabile, tanto vale evitare il sequel, il sequel del sequel, o peggio ancora il sequel del sequel del sequel come nel caso di John Wick.